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Emigranti

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Osservate questa foto, osservatela bene.

Stati Uniti, primi anni del ‘900: gli italiani emigravano in massa per trovare fortuna all’estero (Stati Uniti, Argentina, Venezuela, Canada, Svizzera, Australia…).

Anno 2019: gli italiani emigrano ancora. Questa volta è toccato alla mia famiglia (2005 mio fratello con la famiglia, ieri mia sorella con la famiglia).

Piango un paese che costringe i suoi a ripetere la storia! Piango un paese che non offre opportunità!

Guai chi rimane, a voi che siete partiti: Dio vi accompagni e buona fortuna!

Il giorno di Pentecoste (così come l’amministrazione del sacramento della cresima, inizi di ritiri e predicazioni…) presenta spesso l’occasione, nelle nostre parrocchie, di rispolverare un canto, universalmente conosciuto, anche dalle pietre, dal titolo «Vieni, vieni, Spirito d’Amore» (Guglielmo Amadei – Kiko Arguello).

Molta polemica ha suscitato, nel giorno di Pentecoste, un post su Facebook che definiva tale canto «vomitevole». Questo articolo è una meditazione sull’accaduto ed una riflessione (condotta con linguaggio più sobrio) generale sullo stato della musica liturgica nel “Paese del bel canto” (una volta!).

È chiaro che non mi soffermerò, qui, su un tema trattato decine se non centinaia di volte in mailing list, gruppi di discussione, riviste specializzate, interventi cardinalizi… se non per mettere in evidenza il dato. E il dato è che spesso le nostre parrocchie si muovono “per forza d’inerzia”, dove tutto è dato per scontato e niente è scelto con passione, dedizione, amore… per la liturgia e per la bellezza.

In discussione non è propriamente, o esclusivamente, la qualità artistica del canto in questione (qualità, si badi, inesistente, perché tale canto è oggettivamente orribile… salvo il gusto personale!); in discussione non sono nemmeno quelle comunità parrocchiali o locali che con buona volontà e spirito di semplicità… questo si possono permettere, e questo offrono (queste persone rappresentano il cuore delle nostre chiese… siano benedette!). La discussione riguarda piuttosto coloro che pur possono, ma non fanno, coloro che sono impegnati in cori parrocchiali, ad esempio, che avrebbero non solo la possibilità, ma il dovere di rinnovare il repertorio con musica di qualità, e si ostinano a ripetere modelli vecchi di decenni (non che la musica vecchia di decenni non sia valida, anzi… al contrario! Basti pensare a Bach!! 😀 ), animati dal motto: «si è sempre fatto così!».

Eppure tutti, spesso e volentieri anche in ambito cattolico , specie ultimamente, siamo bravi a ripetere il dostoevskijano: «la bellezza salverà il mondo»… salvo, poi, non crederci veramente, perché siamo troppo pigri o perché altre sono le cose importanti!

E no, miei cari: la bellezza è più importante del respiro, a volte, perché la bellezza veramente salva!

E il frutto della questione, in fondo, è proprio qui: arresi ad un piattume e ad un’inerzia che riguarda la liturgia come la famiglia, la scuola come la politica, i media come la musica, abbiamo dimenticato che l’uomo è molto più di quello che mangia! L’uomo è spirito, è anima, è cuore, oltre ad essere il corpo che lo identifica, e tutto questo ha una sete insaziabile di quella bellezza che solo lo Spirito veramente può donare!

Mi e vi do un consiglio: l’anno prossimo vogliamo veramente fare un regalo allo Spirito Santo? Mettiamoci una mezzoretta e impariamolo un canto nuovo: sono sicuro che la Terza persona della Santissima Trinità… gradirà volentieri!

Con questo, rifacciamoci le orecchie! Buona Pentecoste a tutti!

(Così interpretava Bach la sua missione di cantare allo Spirito Santo! Che forse si sbagliava?)

ARCADIA

«Cantica», nuovo CD

Cari affezionati (e languenti) lettori e lettrici, la notizia di oggi è di quelle da far suonare le bande e le fanfare: il mio nuovo disco è uscito!!! Ed è su iTunes!!!! 🙂

Il titolo è Cantica (lat. plur. di canticum) ed è un commento musicale ai cantici biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento. Si tratta di una Suite orchestrale in 10 movimenti, ispirati ad 8 personaggi biblici (autori-musicisti-cantori/-trici) più una Fantasia ed una Toccata, dedicate alla poesia e alla musica.

I movimenti portano i nomi dei personaggi, ma riprendono i passi e le definizioni della Suite tradizionale (giga, minuetto, passacaglia, adagio, toccata, fuga… oltre ad un valzer, una marcia a tre timpanisti ed un’elegia per pianoforte) e fanno uso di ampio strumentario orchestrale… per i gusti sinfonici di noialtri!

Il tutto, disponibile in download su iTunes (e gli altri negozi di musica “liquida”).

Si accettano commenti, critiche e suggerimenti… (per la prossima suite, naturalmente!) 🙂

A voi tutti: un’anteprima! Buon ascolto! 😉

At Sea

Ultima composizione, da un tema originale composto per il VG 688i Hunter Killer, estesa e rielaborata in forma «cinescore».

Buon ascolto! 🙂

«Gli condussero una donna… per metterlo alla prova» (Gv 8,1-11)

 

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Gli “scribi e i farisei” di ogni tempo e di ogni fede si radunano contro la Verità per tenderLe un tranello, una trappola in cui saranno essi stessi a cadere.

Forza e debolezza della parola parlata, forza e debolezza di una Parola scritta sul lastricato di pietra del tempio.

Da «donna» a «Donna». Colei che veniva posta “nel mezzo” per poter essere ancora una volta abusata, nella sua dignità, nella sua nudità di peccatrice “scoperta”, rimane sola, “nel mezzo”; sola con la sua verità, la verità di se stessa e di tutti i peccatori, di ogni tempo e di ogni fede, la verità della Misericordia che si riceve, della vita nuova che si inaugura silenziosa, umile, senza trionfalismi, senza il clamore… non quello delle pietre scagliate, non quello del linciaggio, non quello meccanico e freddo dell’iniezione letale: il silenzio di una vita che nasce. Di nuovo.

«Donna» è il tuo nome …da oggetto a soggetto… nessuno ti condanna? Nessuno! Non il serpente ingannatore, non l’angelo di fuoco, non il giudizio della legge, non gli anziani, non più gli aguzzini di Susanna, non i più giovani, non il Figlio di Dio. No: tuo figlio, o Donna, al posto tuo, al posto mio, è lui che si lascia accusare, si lascia condannare.

Donna, non più senza nome, il tuo nome è Donna; perché dalla morte di tuo Figlio, sei nata di nuovo! Che tu sii benedetta, o Donna: in te, io rivedo me stesso… e posso sperare!

Uno sguardo…

(©2009 – TL)

Diva

Ci ha lasciato un’altra grande!

Lei, la regina della disco anni ’70, la diva della pista da ballo, la ragazza cattiva che ha segnato un’epoca… ci mancherà!

Addio, Donna!

 

La guerra ad alto volume

(aka: The Loudness war)

The Resistance

Una cosa che ricordo della mia giovinezza (ero un ragazzo, durante gli ani ’80), è l’uso del Walkman: oggetti disastrosi con cuffiette metalliche improbabili, che suonavano a volumi assolutamente osceni!

Uno direbbe: «Cosa c’è di diverso dall’iPod di oggi? Sì, diversa è la tecnologia (quella attuale è molto migliore, sono d’accordo!), diverse le dimensioni e la “moda”, ma la sostanza è la stessa!».

Questo è vero… in parte! Ciò che oggi rende le cose sostanzialmente diverse è la guerra che nel frattempo si è combattuta. Sì, una vera e propria guerra (che gli anglofoni hanno battezzato loudness war, «guerra dell’alto volume») ai danni della musica, sempre più compressa,  normalizzata, che suona forte, sì, ma senza più quel gusto che la dinamica dava alle pur sgraziate cuffiette!

Forse chi è nato negli anni ’90… o alla fine degli stessi, non ha neanche idea di cosa stia parlando, ma una vaga sensazione può essere racchiusa in quella che molti chiamano il «suono anni ’80»; sapete: il “suono anni ’80”?

La dinamica, dicevo, cioè quella cosa che fa sentire i crescendo e i diminuendo nella musica classica, o, se vogliamo, il build up di un bridge, che mi porta all’assolo di chitarra esplosivo, in un pezzo rock (mi viene in mente ciò che precede l’assolo in Nothing Else Matters, dei Metallica), oppure… avete in mente i Pink Floyd? Esatto! Ecco: la dinamica ce la stanno rubando, proponendoci registrazioni (spesso di ottima musica! Subito subito due titoli attuali: Resistance, l’ultimo lavoro dei Muse, o 21 della mia “adorata” Adele) pompate al massimo, assolutamente appiattite sul lato emotivo e prive di sbalzi!

Sì, ma… cosa si può fare? Intanto, esserne consapevoli: esistono diverse associazioni (sia di fruitori – molti giovani, che Dio sia benedetto! – che di artisti) che stanno cominciando a ribellarsi contro questo modo insano di produrre musica (tutti i link in fondo alla pagina). In secondo luogo (cosa che vado ripetendo da sempre… e chi mi conosce lo sa!): insegnando alle nostre orecchie ad ascoltare di nuovo! Ascolto, ascolto, ascolto: non solo per una musica migliore, ma per una persona migliore!!!

Questo è solo il primo passo, ma, come si dice: se la guerra è combattuta (e, in parte, già vinta), la riscossa… è appena iniziata! O, per dirla con i già citati Muse: «We will be victorious!» 🙂

Alcuni esempi:

Sentite la povera Money For Nothing come diventa nell’edizione del 2006! 😦

Alcuni link:

La Pleasurize Music foundation

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